mercoledì 13 aprile 2011

Giorno 3 • Firenze • Orvieto


Tutto il mondo è uguale, è solo la crosta che ci è capitata sopra che ne fa la differenza.
All’Italia è capitato questo esoscheletro di montagne e costiere che la fa magra e leggermente rachitica . Questo di costituzione, poi per poter integrare abbiamo inventato la cucina più ricca del mondo, ma abbiamo il metabolismo fatto così: come Italia non ingrassiamo, consumiamo tutto.

È quando incontri luoghi anche solo un po’ grassottelli, tondeggianti e tettuti, come le colline senesi l’occhio si perde e si rilassa sui fianchi e le curve. La moto passa come un massaggio shiatzu, tra le sinuosità e le forme femminili delle colline senesi, capezzolute di casali color carne.
Tra il Chianti ed il Senese c’è così tanto frumento e vino, da poter fornire di vita eterna tutti gli altari cristiani del mondo.
A vista d’occhio non vedi un elettrodotto ad alta tensione.

Radicofani non c’era nessuno.

Io adesso però dico che la Strada Regionale 222 della Toscana è una strada bellissima.

Lago di Bolsena
La provincia romana è goduriosa ed ogni posto è vacanza, è agio e libertà. Non la rarefazione dei laghi alpini, delle valli di Lanzo, per esempio, dove il fine settimana deve essere di patimento un po’ ossessivo. No, qui il lago è rotondo, che non ti perdi, come sono belle rotonde le mamme con i figli ed i passeggini. Bello il paese, bella la strada che dal paese porta ad Orvieto.

Nella Tuscia si abbandona quell’Italia un po’ laica, o almeno paganeggiante, oppure come ultima chance sanfrancescana, che si incontra lungo tutta la dorsale appenninica……dal panorama di Orvieto si capiscono le radici dell’Italia. La facciata frastagliata del Duomo svetta come un Gulliver tra i llillipuziani. Tutto è fatto per la gloria di Dio e della Sacra Romana Chiesa.

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