
L’Appennino tosco-emiliano è la cresta da dinosauro sulla schiena dell’Italia, non ci trovi gente tenera o inutile. Trovi estremisti e conservatori, ma tutti con la stessa italica forza di essere unici. Questo spicchio di terra che si chiama Garfagnana è dove la grassa Emilia si appoggia per stare bella coricata come sta. Il raggrinzimento dovuto al peso, genera le Apuane. Che saranno pure di marmo, ma se continuano a scalpellarle, qui va giù tutto.
Prima decine, poi centinaia, quindi migliaia, poi milioni, adesso miliardi…la quantità di foto scattate a Firenze, l’hanno erosa come un vento, come un fall out atomico. Gli occhi liberi da eliografie, fotocopie, digitalizzazioni del Brunelleschi avevano visto, poi tutti gli altri avevano visto, camminando con rispetto, capendo poco o niente della cupola ma capendo un casino che erano arrivati sino lì a piedi.
Poi sino agli Alinari ancora un po’ di rispetto e di lentezza ad aspettare che le lastre maturino i loro sali. Poi il declino dell’attenzione, il calo del desiderio, da polaroid, da istantanea usa e getta da famelica digitale mangia cose, persone, paesaggi.
Anche noi una sveltina a Piazzale Michelangelo, e poi twitter che morse facebook che il mio blog si mangiò.
giovedì 7 aprile 2011
Giorno 2 • Sarzana • Firenze
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