C’è un tipo di centauro per il quale la moto è un accorpamento di parti meccaniche, un organico di pezzi forgiati con scrupolo e precisione, ciascuno facilmente individuabile e padroneggiabile, una corale i cui componenti lavorano in armonia per produrre il movimento. Va da sè che il rombo del motore, il luccichio dei cerchioni e le curve sinuose della carena siano le sole cose che riescano a suscitare in lui una vera eccitazione .
C’è invece un altro tipo di centauro per cui la moto è una necessità, un oggetto concreto che gli permette di raggiungere l’astrazione. Una volta guadagnata la sella, il mondo per lui comincia laddove la ruota anteriore finisce. L’emozione sta nel profumo dei glicini, nella brezza del mare, nella rotondità di una collina . Il perché il suo mezzo si muova secondo quanto venga ruotata la manopola dell’acceleratore rimane e rimarrà sempre per lui un meraviglioso mistero.
Non esistono ibridi. Gli sforzi del centauro concretista nel diventare un po astrattista e viceversa hanno sempre portato a miseri fallimenti.
La moto è una straordinaria passione. Anche per questo.
la verità sta nella tendenza all'ibrido... festina lente
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