Parto un filino depresso dal tempo atmosferico, ma non solo da quello.
Parto non parto, parto domani, ma sarebbe uguale. Sono ansioso.
Parto un filino depresso dal tempo atmosferico, ma non solo da quello.
Parto non parto, parto domani, ma sarebbe uguale. Sono ansioso.
I viaggetti che faccio in moto da solo, vorrei che fossero come dei carotaggi della mia vita: devono uscire strati ben divisi di esperienza passata, ricordi, speranze del passato che a questo punto dovrebbero essere diventate realtà.
Un po’ un gioco d’azzardo in cui tiro i dadi e deve venire il numero che ho detto. Più passa il tempo e più rischio grosso con questa pretesa stramba…
I dadi dicono: destinazione Locarno, passando da Domodossola, poi Val Vigezzo, Centovalli, Locarno e poi Torino senza toccare autostrada.
Per i primi chilometri, di autostrada sino a Gravellona Toce, provo invidia per il coma vigile con cui si guidano le macchine attuali tutte condizionatore, sub woofer, navigatore e mille e mille cassettini di caramelle, bibite, profumatori. La moto, invece, mi costringe a pensare, su questa autostrada che conosco a memoria.
Ed i pensieri quando sei un filino depresso e lievemente in paranoia sono sempre maledettamente gli stessi, e ti chiedi: quanto vivrò ancora momenti come questo che sto vivendo? Cioè pensi ossessivamente a quanta vita hai davanti alla ruota anteriore. Sentendoti dappertutto acciacchi che sicuramente ti accorceranno l’esistenza.
Male alle gambe: trombo flebite in attesa di embolo.
Male ad un orecchio: sicuramente un cancro al cervello.
Leggera fitta al torace: non arriverà in tempo l’unità coronarica del 118
Ecc ecc ecc
All’innesto tra la noiosissima Torino-Mlano e la più allegra ed interessante Voltri-Sempione capisco che, a differenza dei giovani che cambiano attività, interessi e progetti ogni ora, gli anziani tendono a ripetere le stesse cose perché il loro interesse è contabilizzarle, non farle, le cose.
Dalla vista a sprazzi, tra viadotti e gallerie, tipica dei viaggi in autostrada che sembrano quei montaggi dei registi che vogliono fare i flash back un po’ sperimentali “alla Kubrick”, capisco che sono sotto il Mottarone ed alla mia destra ho il Lago Maggiore e sono sopra in ordine a Stresa, Baveno e compagnia bella. Ma nemmeno nella fantasia più perversa potrò mai pensare di “esserci stato”, usando questo modo da viaggiatore di aeroporti ed hotel .
Il casello mi libera dall’autostrada ed entro in un surrogato che penso sia burocraticamente il raccordo con la Strada Statale numero 33 del Sempione. Ma quando si entra nella nella statale vera, seppur corrotta da doppie corsie e guard rail interno, qui non si scherza, un brividino corre al pensiero che questa strada l’ha voluta Napoleone ed era la Milano-Parigi, ed il suo chilometraggio progressivo parte da piazza del Duomo, a Milano.
A Gravellona Toce l’aria del lago fa cambiare clima ed esce un timido sole, che mi rallegra. Alla sinistra del Toce sino a Domodossola si possono vedere le vestigia dell’Italia sesta potenza industriale del mondo, come si poteva dire ai tempi della DC e del consociativismo. Quando da queste parti con i soldi del piano Marshall i padroni e gli operai comunisti a Ornavasso producevano i migliori rubinetti del mondo.
Ora che è tutto cambiato questa è solo provincia ed i TIR sono così spavaldi e potenti che non si fermano più nelle trattorie, il Sempione è solo più una micro tappa per le merci scaricate dai containers ad Amsterdam ed un giorno questa strada sparirà dai navigatori satellitari uccisa da fobie e fisse di un popolo di ex poeti ex santi ed ex navigatori.
Non entro in Domodossola e mi dispiace, le giro intorno ed imbocco la Strada Statale 337 della Val Vigezzo, che all’inizio è solo la solita strada alpina, ma quando inizia il falsopiano della valle è un sogno. Sembra di entrare in quelle vallate in cui, negli albi di Topolino, Paperino ed i nipotini Qui, Quo e Qua trovavano, attraverso passaggi sotto cascate o gallerie seminascoste dalla vegetazione, civiltà sconosciute ma fiorenti. Qui si realizza l’ossimoro della Svizzera Italiana, due parole che se non visiti la Val Vigezzo non riesci a far stare insieme nel cervello….
domenica 9 gennaio 2011
TORINO - LOCARNO
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