sabato 20 marzo 2010

45 parallelo


Quando si dice non vedere le cose.

Quando si dice non vedere le cose. Come un bosone nell’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra, per fare un esempio (che in questo caso hanno trovato un buco nero si ma di finanziamenti). Come cercare su Google Maps applicazione Street Wiew, e ti sembra di vedere Pompei dopo l’eruzione vulcanica, tutti lì fermi ed impacciati come manichini come una necrosi digitale (che in questo caso cerco sempre vie che la macchinetta di Google non è passata di lì).
Ecco comunque il 45 parallelo non si vede, non c’è la linea gialla per terra che faccia tutto il giro. Invenzione umana o reale limite? La linea evidenzia l’eguale distanza tra poli ed equatore, sopra di 5000 chilometri c’è la cima della terra, sotto di eguale distanza c’è la panciona della terra. Sembra una cosa importante. Un punto di equilibrio, che ovviamente non può non coinvolgere la nostra Bella Italia, appesa come un bel calzino al sole sul 45 parallelo.
Viaggio come un moscone sulla mia motoretta, inconsapevole di passare ripetutamente di stato sociale, ad ogni accelerata che attraversi la linea fatale. Sono del nord ricco e solidale, pochi metri dopo sono del sud malinconico e fatale.
Si potesse percorrere in linea retta in perfetto equilibrio italico tutto il parallelo con una bandiera bifronte che da una parte dica “viva il Nord” e dall’altra dica “viva il Sud”, e poi tutti allineati in un enorme girotondo a fare più bello questo mondo.

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