giovedì 25 marzo 2010

Quando il preparatore fa la differenza

Certo che le Guzzi di Ghezzi....
http://www.ghezzi-brian.com/_italian/models_furia.htm
Bisognerebbe fargli rivestire la Stelvio



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sabato 20 marzo 2010

45 parallelo


Quando si dice non vedere le cose.

Quando si dice non vedere le cose. Come un bosone nell’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra, per fare un esempio (che in questo caso hanno trovato un buco nero si ma di finanziamenti). Come cercare su Google Maps applicazione Street Wiew, e ti sembra di vedere Pompei dopo l’eruzione vulcanica, tutti lì fermi ed impacciati come manichini come una necrosi digitale (che in questo caso cerco sempre vie che la macchinetta di Google non è passata di lì).
Ecco comunque il 45 parallelo non si vede, non c’è la linea gialla per terra che faccia tutto il giro. Invenzione umana o reale limite? La linea evidenzia l’eguale distanza tra poli ed equatore, sopra di 5000 chilometri c’è la cima della terra, sotto di eguale distanza c’è la panciona della terra. Sembra una cosa importante. Un punto di equilibrio, che ovviamente non può non coinvolgere la nostra Bella Italia, appesa come un bel calzino al sole sul 45 parallelo.
Viaggio come un moscone sulla mia motoretta, inconsapevole di passare ripetutamente di stato sociale, ad ogni accelerata che attraversi la linea fatale. Sono del nord ricco e solidale, pochi metri dopo sono del sud malinconico e fatale.
Si potesse percorrere in linea retta in perfetto equilibrio italico tutto il parallelo con una bandiera bifronte che da una parte dica “viva il Nord” e dall’altra dica “viva il Sud”, e poi tutti allineati in un enorme girotondo a fare più bello questo mondo.

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sabato 13 marzo 2010

Varigotti



Andando verso il mare ho mille canzoni in testa, tutte sul mare: e voglio andare al mare ed il sapore del sale, e vamos a la playa, e per noi che veniam dalla campagna.
Canto da sotto il casco e se mai mai avessi l’interfono lo staccherei per poter stonare a tutta voce e fare le rime stupidine.
Come non resisto a fare il verso alle persone che vedo al bordo della strada, o ai vecchietti, che fra un po’ sarà io, sulle Panda 30 che arrivano dalle strade vicinali intorno a Carignano, che non sai se sono stati con le nigeriane di prima mattina oppure se sono andati a raccogliere l’erba per i conigli (e questa cari miei è una stupidata: nessun vecchietto va a prendere l’erba per i conigli di prima mattina perché la rugiada bagna l’erba ed ai conigli mangiare l’erba bagnata va venire lo stomaco gonfio, quindi…….)


La strada dritta da Carignano a Mondovì si risolve così.

A Mondovì Breo prendo un caffè nella piazza del mercato.

E’ bello l’arredamento ma inizia ad esserci un qualcosa di scostante nella tipicità dei posti tipici: non c’è più la gente che deve esserci. Questo prova che l’arredamento resiste più a lungo delle persone e ciò la dice lunga sulla nostra prosopea di lasciare un segno nella vita.

Senza rancore: ma la cameriera rumena che valore aggiunge alla strada che mi porta al Santuario di Vicoforte? E non troverò nessun Nonno Nanni i cui stracchini volano sulle strade che portano a Pamparato.

Dove sarò diverso da seduto a vedere un film 3D, da visitare le strade con Google Street View, da sentire musica in home theatre mentre consulto il navigatore satellitare: a Garessio dove sbagliando strada, prenderò la SS 28 del Col di Nava e la mia vita prenderà una piega migliore (almeno per la giornata).

Varigotti mi sorprende come una cosa dimenticata lì, che ritrovi dopo tanto tempo. Un piccolo dejià vu.
Di solito stai così poco tempo nei posti che non ti ricordi poi niente, ma se stai in un posto che ti sembra di esserci sempre stato, sei a posto nel tuo posto, come una prenotazione.

Ed hai fregato i viaggiatori di professione, o gli avventurieri Lonely Planet tutto non compreso. Ma anche quelli di Gardaland o San Marino (che è il posto di tutti i non luoghi del mondo)

Hai viaggiato per trovare senso, non per togliere la nausea.
E trovo che lascio spazio a nessun pensiero sulla spiaggia di Varigotti, solo la coppia gay l’acqua chiara e trasparente ed un gruppo di professionisti (notai, avvocati?) che chiacchera galleggiando.
Le pietre sono minutissime, il sole alto, mangio un piatto completo di frutta tagliata intera.

Questo mare che regge con un arco di montagne la terraferma è più grande di tutte le canzoni che si possono cantare.
E mi accorgo che tutto questo viaggiare e pensare e raccontare ha senso solo perché a casa c’è qualcuno che mi aspetta. E viaggi e torni e riparti e ritorni solo per loro.

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